 La
via Cesare Battisti è lunga metri 280 e larga metri 6 e già
nei secoli scorsi questa tratta di strada era distinta in due parti: vi
era, cioè, la parte di metà chiamata “strada pubblica Cerca
per Colturano”, ed al suo margine destro, come seconda parte, correva il
cosiddetto “Vialetto dei Cappuccini” che portava al convento, situato dove
ora è il cimitero. Il convento è stato soppresso dalle leggi
di Napoleone nel 1810. Nel 1923, nel clima sociale di patriottismo
esaltante la vittoria italiana sugli Austriaci, iniziarono le pratiche
burocratiche tra l’Amministrazione comunale con i proprietari dei terreni
di quella zona, De Bernardi, Robecchi, Buttafava, per l’allargamento e
così assicurare comodamente il passaggio ai mezzi di trasporto
e per la storicizzazione del sentiero dei Cappuccini, ai fini di
tracciare un “Parco delle Rimembranze” in onore e in memoria dei 104 caduti
melegnanesi nella prima guerra mondiale 1915-1918. Furono eletti
come membri del Comitato un rappresentante comunale, Giacomo del Corno;
un combattente, Giuseppe Fasana; un mutilato, Pietro Pozzi; un maestro,
Angelo Grazzani; un agricoltore, Edoardo Broggini. Furono piantati 104
alberi della specie tiglia argentea forte, della ditta melegnanese Desiderio
Confalonieri. In tale modo il già antico esistente vialetto
dei Cappuccini fu allargato ed alberato e si chiamò “Parco delle
Rimembranze”, solennemente inaugurato il 4 novembre 1924. La via
collega largo crocetta e via Dezza con la via Emilia. In fondo alla strada
dove nelle giornate terse si vedono le montagne si trova, aldilà
della via Emilia, il cimitero di Melegnano. Cesare Battisti nacque
a Trento il 5 febbraio 1875 e vi morì il 12 luglio 1916. Figlio
di un commerciante, s'iscrisse nel 1893 alla facoltà di lettere
dell'Università di Firenze, dove si laureò con una tesi sulla
geografia trentina. Fu giornalista, fondò a Trento "La rivista
popolare trentina" che venne censurata e chiusa dopo il primo numero,
si diede fin da giovane alla politica, iscrivendosi al partito socialista,
creò il settimanale socialista "l'Avvenire del lavoratore",
divenne deputato del parlamento austriaco, Trento era allora sotto il dominio
dell'impero austro ungarico. Propugnò la creazione di un'Università
italiana a Trento e si impegnò per l'autonomia del trentino. Nel
1900 diede vita al quotidiano "il popolo". Quattro anni dopo andò
in prigione per poco tempo a Innsbruck. Fu un'accanito sostenitore dell'autonomia
delle minoranze italiane, pur ritenendo impossibile una coesistenza pacifica
con gli austriaci e con l'avvento della prima guerra mondiale, trasferitosi
a Milano, si arruolò nel corpo degli alpini partecipando ad
alcune azioni militari per le quali venne anche decorato. Catturato
nella battaglia del monte Corno assieme a Fabio Filzi, fu riconosciuto
dalle truppe austriache e venne prima processato e quindi impiccato a Trento
nel castello del Buon Consiglio. |